Reading Time: 6 minutes

Nell’epoca della digitalizzazione e dello sviluppo di software e applicativi diventa di fondamentale importanza affidarsi alla tecnologia Cloud Native, che può rispondere alle esigenze di velocità, scalabilità e affidabilità richieste dalle aziende, PMI ed enti pubblici.
Ma partiamo dall’inizio cercando di definire meglio quello che si intende con la denominazione Cloud Native.

Cloud Native: Che cos’è?

La denominazione Cloud Native descrive un approccio di sviluppo di software in cui ogni applicazione viene progettata appositamente per poter operare in ambiente cloud. Queste applicazioni traggono completo vantaggio dalle strutture di cloud computing si definiscono applicazioni cloud native.

Il Cloud Native è fondamentalmente un approccio che utilizza il cloud computing per creare e mandare in esecuzione delle applicazioni scalabili che devono poter girare su ambienti moderni. Questi ultimi devono possedere le caratteristiche tipiche degli ambienti cloud pubblici privati.
Le tecnologie open source utilizzate rendono più veloci ed efficienti i modelli operativi basati sul Cloud in linea con le necessità di business delle realtà aziendali.
Elementi fondamentali della progettazione cloud native sono i microservizi e le tecnologie dei container elaborati per l’ambiente cloud. I primi eseguono esattamente una funzione e possono essere combinati in un container insieme a tutto quello che è necessario per la loro esecuzione.

Il Cloud Native e l’Open Source

Il mondo Cloud Native è strettamente collegato a quello Open Source. Le potenzialità del software open sono innumerevoli. Questo anche perché vengono aggiornate sempre nuove funzionalità che apportano miglioramenti ai prodotti, come OpenStack, Kubernetes, Rancher e OpenShift.
L’utilizzo di soluzioni open source intuitive, ben strutturate, innovative, flessibili e integrate tra loro permettono la semplificazione dei processi aziendali. Consentono anche di ridurre i costi e di ottenere un aumento delle prestazioni. Allo stesso tempo la scelta delle tecnologie open per questo tipo di approccio valorizza il business in termini di agilità operativa, e permette lo sviluppo di containerizzazione e supporto per progetti basati su applicazioni cloud.

La marcia in più del Cloud Native

 

Cloud Native è sinonimo anche di automazione, con la quale è possibile poter apportare delle modifiche con un alto impatto, come una migrazione o una duplicazione da poter svolgere frequentemente.
Tramite il Cloud Native si va a quindi a colmare il gap delle architetture monolitiche tradizionali  accumulato durante tutto il periodo in cui lo sviluppo applicativo è andato avanti e si è rinnovato.
Sono state introdotte infatti delle innovazioni di paradigma importanti. Con le tecnologie open source si può cointainerizzare, ovvero vi è la possibilità di contenere usare e container.
L’orchestrazione dei container, su cui oggi si basa la computazione distribuita, è da considerare è un bene comune dell’umanità.

Per saperne di più sulle architetture Cloud Native guarda il video di Davide Lamanna alla OSW 2021.

L’orchestrazione dei container orientata al Cloud-Native

 

L’approccio Cloud Native include anche un approccio DevOps collaborativo in cui è previsto l’uso dei container per semplificare lo sviluppo applicativo, eseguire microservizi e la costruzione un’architettura modulare. Non a caso l’infrastruttura automatizzata basata sui container indica come il software deve essere sviluppato.
Per le aziende che hanno un ampio numero di cloud attivi la container orchestration risulta fondamentale per migliorare la visibilità dei container in esecuzione attraverso l’automatizzazione delle procedure relative alla gestione e all’esecuzione. L’automazione in questo caso è contraddistinta in varie fasi come la configurazione, il deploy e monitoraggio dei container.
Kubernetes (K8S) rappresenta la piattaforma di riferimento per l’orchestrazione di container su nodi distribuiti basata sugli standard aperti della Open Cointainer Initiative. Tramite questa tecnologia è possibile raggruppare diversi host in un’unico cluster e far girare i container sui nodi del cluster, replicandoli su diversi altri host quando necessario. In questo modo vengono garantiti la fault-tolerance, scaling orizzontale e verticale, aggiornamento e roll-back senza downtime.

Un caso pratico di applicazione del Cloud Native: l’esempio di Zalando

 

Zalando, la piattaforma di moda online leader in Europa, con l’obiettivo di espandere ulteriormente il suo sito di e-commerce originale per includere nuovi servizi e prodotti, ha iniziato da alcuni anni a riscrivere le sue applicazioni per renderle pronte per il cloud e ha iniziato a spostare la sua infrastruttura dai data center on-premise al cloud. L’azienda tutt’ora esegue i suoi container Docker utilizzando l’orchestrazione Kubernetes.
La necessità di scalare ha portato quindi questa grande realtà dell’e-commerce a intraprendere un percorso cloud-native, e allo stesso tempo l’adozione di un’architettura software basata su microservizi che offre ai gruppi di progettazione maggiore autonomia e proprietà dei progetti. In questo modo tutti i team di distribuzione di Zalando eseguiranno le loro applicazioni containerizzate su un’infrastruttura cluster all’avanguardia, affidabile e scalabile.

 

L’importanza del Cloud Privato nei contesti aziendali

 

Il ruolo dell’open del cloud è anche quello di permettere di creare un sistema personale e non subire solo quello dei grandi vendor. Ma anche questo è, e sarà, l’unico modo per garantire veramente la privatezza del dato.
Quello del cloud privato è infatti un modello altamente personalizzabile che offre livelli di sicurezza e controllo eccezionali, priorità entrambe fondamentali per le aziende al giorno d’oggi.

Un’infrastruttura cloud costruita per una specifica organizzazione al fine di soddisfare obiettivi ben precisi permette di soddisfare le necessità, personalizzare servizi e applicazioni come l’utente desidera e sfruttare i vantaggi del cloud, ma senza rinunciare alla sicurezza e all’alta affidabilità. Per questo risulta essere la soluzione ideale per eseguire nel modo più semplice e sicuro i carichi di lavoro aziendali e non soltanto.

Guarda come il laboratorio di informatica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) ha realizzato la propria Community Cloud per condividere le sue infrastrutture ICT dedicate all’analisi di dati geofisici, vulcanologici e ambientali.

Scalabilità, sicurezza e disponibilità dei dati sono quindi le tre caratteristiche principali che contraddistinguono l’approccio Cloud-Native.

Scopri di più sull'offerta Cloud Native

Se sei interessato a un approccio Cloud Native? Parlaci del tuo progetto, possiamo sviluppare assieme una soluzione modellata sulle tue esigenze!